La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
del cielo nuovi tetti di creta, mentre, dall'una parte e dall'altra, si consumàvan le nozze colla vèrgine terra e le si affidava il seme del pane. Ma
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. Pressava dunque di provvedere al presente, dai campi del cielo mietendo, e al futuro, da quelli del mare. Reti e saette si altèrnano senza riposo. E l'anno
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collo, suggèa da lei latte e amore. Ma, repente, il cielo sereno ingrigia di nubi. Tutto ammutisce. Ingròssano i fiori in arbusti, poi in piante e
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, ch'era un solo sorriso, tacendo, chè nulla avèa ad insegnare a quella gentile, cui il Cielo era stato il maestro, e suggendo dall'aerino suo sguardo
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, cui il sole avèa dato il colore alle chiome, i gigli e le rose alle guancie, e alla pupilla il cielo. E Forestina, tendendo lo sguardo all'altìssimo
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... Oh parla! ... Mario! è così fatto l'amore? - Mario, in un rapimento di cielo, meno intendendo di quel che sentisse, bevèa la voce di lei, flessuosa
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deportati s'inginocchiàvano tutti. Ed ecco, il commosso officiale, in pie' nel mezzo di loro, alzare al cielo uno sguardo di gratìssima prece, e già
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, contro la fame, il cielo e le belve, armi a difesa di quella vita, che Noi ci rifiutammo di tôrvi. Risparmiata v'è dunque la prima ferocìssima guerra
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catena, si levò su di un braccio guardàndosi attorno. Il cielo si rischiarava. Le prime pennellate del giorno si distendèano per l'orizzonte, arancine e
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, il Cielo o che altro le avèa concesso, stava tutta in vetrina. Non passava il suo sguardo oltre la pelle; non èrano i suòi pallori e rossori, effetto